Il 5° Reggimento "Rigel" dell'Aviazione dell'Esercito Italiano

di D. Daverio

L'aeroporto di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, è sempre stato considerato strategicamente importante per la sua posizione a ridosso dei confini nord-orientali dell'Italia. Oggi, le minacce provenienti dall'Est sono solo un ricordo di tempi passati, ma all'inizio del secolo scorso, esattamente nel 1915, quella che allora era soltanto una vasta zona agricola pianeggiante a pochi chilometri dall'Impero Austro-ungarico fu scelta per ospitare dei cantieri (così erano chiamati gli hangar) atti ad accogliere i dirigibili, che proprio in quegli anni si erano rivelati ottimi mezzi offensivi contro le truppe nemiche. Testimonianza di questa "vocazione" è il recente rinvenimento dei basamenti di cemento sui quali poggiavano le strutture portanti e scorrevano gli enormi portoni di questi cantieri, scoperta realizzata durante la realizzazione dei piazzali che ospiteranno i nuovi elicotteri dell'Aviazione dell'Esercito Italiano, che proprio a Casarsa annovera uno dei propri reparti: il 5° Reggimento "Rigel".

Il Ten. Col. Luraghi ci consegna la stampa con dedica

Inquadrato, insieme al 7° Reggimento "Vega", tra le file della Brigata Aeromobile "Friuli", nacque nel gennaio del 1976 come reparto dell'allora Aviazione Leggera dell'Esercito (ALE). Pochi mesi dopo la sua istituzione, uomini e mezzi furono immediatamente impiegati in soccorso alla popolazione coinvolta nel terremoto che nel maggio dello stesso anno colpi pesantemente la zona a nord di Udine, valendogli una Medaglia d'Argento e una di Bronzo al Valore dell'Esercito (quest'ultima assegnata al 49° Gruppo Squadroni "Capricorno", ai tempi non ancora nell'organigramma del 5° Reggimento).

Data la vicinanza dell'aeroporto di Casarsa all'arco alpino, sin da subito gli elicotteri del "Rigel" hanno offerto il loro servizio al Corpo Nazionale di Soccorso Alpino (CNSA), evidenziando in diverse occasioni la propria predisposizione al soccorso civile. Dopo diversi anni di servizio in collaborazione con il CNSA, gli viene riconosciuta una Medaglia d'Argento al Valore Civile, proprio grazie ai numerosi interventi effettuati.

L'hangar manutenzione

Per quanto riguarda l'impiego militare, il "Rigel" ha partecipato a gran parte delle missioni estere alle quali l'Esercito Italiano ha preso parte: Libano, Somalia, Namibia, Kosovo, Albania, Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Iraq e Afghanistan. Durante una di queste missioni, mentre operavano per conto del ECMM (European Community Monitor Mission, missione di monitoraggio della Comunità Europea) in qualità di osservatori nel territorio della ex-Jugoslavia, un AB-205 decollato dall'aeroporto di Kaposvar (Ungheria) venne abbattuto da un missile lanciato da un MiG-21 appartenente all'Aeronautica Militare Jugoslava, causando la morte di quattro militari italiani e dell'osservatore francese che componevano l'equipaggio dell'elicottero. In seguito a questo triste episodio, il coraggio degli equipaggi non venne meno e continuarono le missioni sui territori martoriati dalla guerra civile fino alla conclusione della ECMM, avvenuta un anno e mezzo più tardi, meritando anche in questo caso una Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito.

Attualmente, il 5° Reggimento AVES è composto da due gruppi volo: il 27° Gruppo Squadroni "Mercurio", dotato di elicotteri Agusta-Bell AB-205, e il 49° Gruppo Squadroni "Capricorno", equipaggiato con gli elicotteri da attacco Agusta A-129C, versione aggiornata del controcarro A-129A.

Il logo del 27° Gruppo "Mercurio"

27° Gruppo Squadroni "Mercurio"

Il 27° Gruppo viene costituito nel 1976 sull'aeroporto di Peretola (Firenze) in seguito allo scioglimento del Reparto Aviazione Leggera (RAL) "Friuli" e sciolto dopo alcuni anni, a causa di una riorganizzazione dei reparti, per poi essere riattivato nel 1998 sull'aeroporto di Casarsa, al comando del 5° "Rigel". Qui riceve gli AB-205, che per alcuni anni affiancano gli AB-206 già in dotazione, e che lentamente vanno a sostituire tutta la linea delle vecchie macchine ad ala rotante. Al suo interno vi era anche uno Squadrone equipaggiato con l'Agusta A-109T.

L'hangar del 27° Gruppo

La dotazione odierna del "Mercurio" è l'AB-205, unico elicottero nell'organico del Gruppo in attesa di ricevere i nuovi NH-90 TTH. Nonostante l'età della macchina, lo Huey (o Iroquise, secondo la denominazione ufficiale americana) rimane un fedele mezzo di trasporto truppe. In passato, l'elicottero veniva armato, secondo necessità, con razziere e minigun montati esternamente. Oggi, la macchina monta all'occorrenza (è il caso delle operazioni fuori area, in teatro operativo) mitragliatrici da 7,62 mm montate su supporti posti lateralmente, all'altezza dei portelloni, utilizzate sia per l'autodifesa che per il supporto alle truppe terrestri. La configurazione operativa sviluppata per poter operare in zone di guerra, chiamata MEP (Mission Equipment Package, pacchetto di equipaggiamenti per la missione), comprende una blindatura, ottenuta tramite l'applicazione di piastre in kevlar poste lungo tutto il pavimento dell'elicottero, sui trasparenti anteriori e sui seggiolini dei piloti, l'installazione di nuovi apparati radio, l'utilizzo di vernice a bassa riflessione IR, l'utilizzo di soppressori di temperatura dei gas di scarico, l'installazione di sensori RWR/MWR/LWR (Radar/Missile/Laser Warning Receiver, avvisatore per minacce radar/missilistiche/laser), di lanciatori di contromisure chaff e flare e disturbatori infrarosso, utili per ingannare missili a guida radar o IR; tutte queste dotazioni sono gestite dal SIAP (Sistema Integrato di Auto Protezione), il quale riconosce il tipo di minaccia e cerca di eluderla utilizzando i sistemi attivi e passivi citati. Tutta questa dotazione ha lo svantaggio di appesantire di molto l'elicottero, riducendo così sia il carico utile che l'autonomia e la quota di tangenza pratica.

Recentemente, gli Huey del “Mercurio” sono stati utilizzati operativamente in Iraq e Afghanistan, dove venivano e vengono tuttora utilizzati con ruoli di trasporto truppe, trasporto tecnici e specialisti, scorta a convogli o ad altri elicotteri, nonché come Forward MEDEVAC (Forward Medical Evacuation, evacuazione medica avanzata), cioè per l'evacuazione medica d'urgenza utilizzata soprattutto in caso di missioni svolte principalmente da uomini e con mezzi dell'Esercito Italiano, fornendo un intervento molto più rapido rispetto alla MEDEVAC fornita dall'ISAF stessa (la quale deve supportare tutte le truppe presenti in Afghanistan).

Il cockpit del pilota

49° Gruppo Squadroni “Capricorno”

Il “Capricorno” nasce nel 1961 a Casarsa della Delizia come RAL “Ariete”. Nel 1965 inizia la storia dell'ala rotante, quando riceve gli Agusta-Bell AB-47J, i quali vengono sostituiti una decina d'anni più tardi dagli AB-206 Jet Ranger, assumendo così il ruolo di ricognizione. Nel 1985, il 49° Gruppo diventa parte del 5° Reggimento “Rigel”, ricevendo sette anni più tardi i primi Mangusta consegnati all'Esercito e divenendo così la prima unità d'attacco dell'AVES. Subito si preannuncia il primo impiego operativo con il nuovo elicottero: infatti, tra il dicembre '92 e l'aprile '94, mezzi e uomini del 49° Gruppo vengono inviati in Somalia per le operazioni Restore Hope e Continue Hope, mentre nel '95 vengono impiegati a bordo della Garibaldi come elicotteri di scorta durante l'evacuazione del personale ONU da Mogadiscio.

Visto il positivo battesimo operativo, l'attività in operazioni internazionali si fa sempre più fitta. Così, negli anni i Mangusta dei Fortyniners intervengono in Albania (1997), Bosnia-Erzegovina (1998), Macedonia (1998-1999), Kosovo (1998-2000).

Personale all'opera al termine del volo

Il 2003 sancisce il passaggio alla nuova e attuale macchina: l'A-129C, versione aggiornata del Mangusta (derivata dall’International, sviluppata da Agusta per competere con i pari classe Eurocopter Tiger e Bell AH-1), che perde il ruolo principale di controcarro per divenire elicottero d'attacco, grazie all'installazione di un cannone M197 a tre canne rotanti da 20 mm e 250 colpi (derivato dal più famoso M61 Vulcan, dotazione standard di molti velivoli ad ala fissa di costruzione occidentale), con cadenza di 350 colpi/minuto e asservito al casco del gunner o del pilota. Vengono inoltre apportate alcune migliorie avioniche, l'installazione del SIAP, la possibilità di montare missili aria-aria per autodifesa AIM-92 Stinger e razzi per l’attacco al suolo da 70 mm, la rimotorizzazione con una versione migliorata del Piaggio/Rolls-Royce Gem 2, l'applicazioni dei soppressori di temperatura dei gas di scarico e la sostituzione del rotore principale con un pentapala di nuova concezione. La nuova macchina così configurata, risulta quindi al passo coi tempi e pronta ad affrontare i nuovi teatri nei quali viene inviata ad operare: l’installazione del SIAP e delle blindature dell’abitacolo rendono l’elicottero più sicuro per l’equipaggio, mentre accorgimenti costruttivi quali la presenza di due motori indipendenti, i comandi di volo principali posti all’interno dell’albero motore, il doppio impianto idraulico, aumentano la sopravvivenza sul campo di battaglia e le possibilità di rientrare alla base in caso il velivolo venga colpito.

Il Mangusta in volo con il gunner all'opera

Il primo impiego operativo del nuovo Mangusta avviene nel marzo 2005, con l'operazione Antica Babilonia (Iraq), della durata di cinque mesi. Nel 2007, invece, il “Capricorno” viene inviato in Afghanistan, sulla base di Herat, dove è presente ancor oggi, in supporto alle operazioni dell'ISAF (International Security Assistance Force). Qui, il Mangusta e i suoi equipaggi sono sempre più frequentemente chiamati ad operare sia in supporto a unità di terra che come scorta a convogli. Attraversare incolumi certe zone remote del Paese, per le carovane formate da camion che trasportano diverse tipologie di materiale e senza una scorta consistente, è praticamente impossibile: le valli del nord-ovest sono tra i luoghi preferiti dai guerriglieri del regime talebano, ma anche dalle bande di banditi che attaccano i convogli per rubarne il carico. L’utilizzo dell’elicottero armato come deterrente contro questi ribelli, scongiura questo pericolo.



L'AB-205 con il quale abbiamo volato

Missione ECAS - MEDEVAC

Ore 9.45: partecipiamo al briefing con i tre equipaggi che parteciperanno alla missione, nella quale un AB-205 in missione MEDEVAC sarà scortato da due Mangusta, armati per svolgere una missione CAS (Close Air Support, supporto aereo ravvicinato) sopra l’area compresa tra i fiumi Cellina e Meduna. Ad aspettarci nell’area di recupero del ferito, i Bersaglieri dell’11° Reggimento di Orcenico (PN), che forniranno la copertura a terra della zona di atterraggio (LZ, Landing Zone). Prima di concludere il briefing, dove i piloti si accordano sulla tipologia di intervento e sulle frequenze principali e secondarie da utilizzare durante la missione, illustriamo agli equipaggi le nostre esigenze fotografiche, i quali offrono il loro pieno appoggio e disponibilità una volta concluso l’addestramento.

Ore 10.15: arriviamo all’hangar del 27° Gruppo, dove vediamo allineati quattro Huey; uno di questi sarà il nostro “cavallo”, l’esemplare EI-331 (MM80702). Subito ci vengono illustrate le procedure d’emergenza per poter uscire all’occorrenza dall’elicottero. Intanto, il nostro AB-205 viene portato sul piazzale e preparato per il volo.

Coppia di Mangusta in volo

Ore 10.30: imbarcati e assicurati alle cinture della panca laterale, che dà sul portellone destro, si iniziano le procedure di avviamento e di decollo, che avviene alle 10.38. Seguiamo i due Mangusta, i quali si sono alzati in volo poco dopo di noi. Ci dirigiamo verso nord, sorvolando il letto del fiume Meduna, per una quindicina di chilometri, poi pieghiamo verso est, dove possiamo osservare la caserma del 32° Reggimento carri di Tauriano (PN), per poi ripiegare verso sud in attesa della chiamata di soccorso, che non tarda ad arrivare. I due A-129C avanzano per “bonificare” l’area dove poco dopo atterreremo per caricare a bordo la barella; non appena ci comunicano il via libera, ci avviciniamo al punto prefissato dove sono ad attenderci i Bersaglieri con i loro mezzi (VM-90 e Lince). L’atterraggio è dolce, quasi non ci accorgiamo di aver toccato terra; la barella viene caricata a bordo (data la presenza a bordo di tre persone extra, viene soltanto simulato il caricamento) e in meno di un minuto siamo di nuovo in aria, con gli immancabili Mangusta che ci spianano la strada. Via ancora verso nord, per poi ridiscendere seguendo il corso del Meduna dedicandoci all’attività fotografica. Dobbiamo lasciare l’area prima delle 12.00 in quanto più a nord è previsto il lancio di paracadutisti americani.

Ore 11.30: ed eccoci al rientro, i pattini del AB-205 toccano nuovamente il piazzale di Casarsa; non appena ci danno l’autorizzazione scendiamo dall’elicottero per andare a scattare qualche foto mentre l’equipaggio si appresta allo spegnimento dello stesso.

Il volo è andato bene, siamo riusciti a vedere dal vivo una missione addestrativa in cooperazione con i Bersaglieri e a scattare un po’ di fotografie, nonostante (purtroppo) l’assenza del sole; ma l’emozione di aver volato su un mezzo storicamente importante come lo Huey ha ripagato quest’ultima mancanza!

IMA-Photo vuole ringraziare lo Stato Maggiore dell'Esercito per la possibilità offerta, il Ten. Rizzo dell'Ufficio P.I. a Roma e il Ten.Col. Metalli del 5° Reg. Rigel di Casarsa della Delizia per aver reso possibile la visita e per la disponibilità ad organizzare tutto il necessario affinché questo articolo possa essere stato pubblicato. Un ringraziamento per l'ospitalità, la cortesia e l'accoglienza va al Col. Pil. Ciancarella, comandante del 5° Rigel, al Ten. Col. Pil. Luraghi (Comandante dei Fortyniners), al Ten. Col. Pil. Aggioni (Comandante del 27° Gruppo Mercurio), al Ten. Tornello, al 1° Mar. Lgt. Bassi (che è anche autore di un libro che ho letto con piacere) e a tutto il personale della base con il quale abbiamo avuto il piacere di conversare!